Non bevo molto caffè perché se ne abusassi probabilmente la mia personalità ne potrebbe risentire e verrei quasi sicuramente internata, però mi piace, lo bevo senza zucchero e raramente lo trovo anche solo annusabile se non è uscito dalla moka. La schiuma mi piace solo quando leggo un libro, ma ovviamente non la so fare e leggo prevalentemente a casa, quindi ciao schiuma. Tutte quelle cose artistiche fatte nel cappuccino le trovo delle figate immense e ho passato giornate intere a guardare tutorial su youtube con risultati catastrofici come per il mio tentativo di contouring.
Ad ogni modo il caffè in generale è simpatico, mia madre dice che faccia dimagrire, forse è semplicemente un metodo per giustificare i suoi 43 caffè giornalieri.
Poi ci sono un sacco di modi per chiamarlo, a Trieste per ordinare un cappuccino nel bicchiere di vetro si dice “Capo in b”, a Venezia c’è il “Pizzicato con panna”, mia nonna da piccola mi faceva bere il caffè e Bicerin (per la cronaca è un liquore, poi uno si fa le domande), in Puglia bevo sempre il caffè col ghiaccio e per farla proprio sporca si può ordinare un caffè freddo in mandorla.
E’ carina anche la storia del caffè sospeso, credo di origine napoletana, anche se personalmente non mi è mai successo ma mia nonna lo lascia sempre.
Ad ogni modo il caffè è ovunque.
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A Wimbledon, visto che per il sesto anno consecutivo Lavazza ne è stato il caffè ufficiale, hanno deciso di personalizzare il caffè facendo apparire sulla schiuma di macchiati e cappuccini i volti di alcuni personaggi, tra cui Giuseppe Lavazza, Judy Murray (madre di Andy), Carlos Moyà o Toni Nadal, i quali il giorno della finale si aggiravano tra gli ospiti in attesa di entrare allo stadio servendo loro del caffè. Tutto ciò è stato possibile tramite una stampante a getto di caffè.
OK.
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Volevo solo avvertire che ora su Ryanair, oltre ai soliti gratta e vinci con cui un siciliano ha vinto mille milioni nel volo precedente, le hostess ti cercano di propinare in qualsiasi modo e attraverso qualsiasi mezzo il nuovo caffè Lavazza. Sostanzialmente sono dei bicchieri sigillati nei quali loro versano solo dell’acqua calda ed il caffè viene filtrato dal beccuccio del bicchiere.
Lavazza non è il mio preferito, ma se devo compararlo con quello normale è buono più o meno allo stesso livello, ma comunque sempre meglio delle follette Alitalia.
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Se ad Udine e dintorni c’è un bar/osteria/ristorante/casa privata/panificio/bordello che fa queste cosucce sono disposta a prendere automobili, autobus, corriere, Blablacar, rubare biciclette o arrancare fino a Nimis ed oltre, ma sopratutto vi potrei essere fedele per sempre.
“La ragione per cui esistono posti come questo è che gente che non possiede la minima capacità di prendere decisioni deve prenderne almeno sei per prendere una sola tazza di caffè. Lungo, ristretto, con latte scremato, decaffeinato, con dolcificante, senza zucchero, con zucchero di canna…
Così gente che non sa mai che cavolo deve fare o perché è al mondo riesce con soli due dollari e novantacinque a ottenere non solo una tazza di caffè ma una decisa consapevolezza di sé.”
Concluderei con lei, il tormentone della mia estate, la terza in classifica, la più gettonata di tutti gli asili, la hit della mia automobile, lei: